il nome dresda, proviene dal libro “mattatoio n.5”.
quando scriviamo le nostre canzoni la parola che ricorre maggiormente è “intenzione”.
quello che proviamo a fare è descrivere delle ambientazioni con la musica, per rendere i suoni parte di una scena a più dimensioni.
ci piace la dilatazione estrema, l’essenzialità delle forme, l’assenza di barocchismi, gli sfoghi di rabbia, gli echi lontani, i silenzi.
da qualche parte tra i grails più melodrammatici e i pragmatismi da colonne sonore, l’accompagnamento migliore per i titoli di coda del vostro eroe preferito che si allontana fumosamente nel nulla.