vi racconto di due che conosco.
germana e nathalie sono nate a le havre e genova, che sono due città di porto. nel 1977, che sarebbe anche un anno importante, ma non è questo il punto. hanno studiato e vissuto e lavorato, con tutto quello che ne consegue, a parigi, milano, genova, new york, parma. nel frattempo hanno ascoltato e letto e visto dischi e libri e film/quadri, che vanno da jaques brel a michael j fox ai superchunk. a voler giocare al gioco dei citazionismi accattivanti, ci sarebbe anche da dilungarsi. ma nemmeno questo è il punto. si sono ritrovate, germana e nathalie, a suonare insieme. correva il mese di aprile, 2007. a una piaceva il rock indipendente, e le quattro corde semplici del basso. all’altra la chanson e qualche jazz, e i tasti complicati della fisarmonica. la media, a pensarci bene, fa esattamente una chitarra a testa, e una manciata di canzoni semplici come carillon. e così è stato. e sono nate le mange-tout. o i mange-tout. o mange-tout. non importa: non è questo il punto. il punto è la manciata di canzoni che si diceva prima. cinque canzoni per cominciare, direbbe un presentatore impomatato alla sua platea, mentre salgono sul palco le mange-tout. cinque canzoni che potrei chiamare folk, se ancora volesse dire qualcosa. che potrei definire pop, perché si bevono veloci come un bicchiere d’acqua. che magari chiamerei canzoni d’autore (o autrici) se non suonasse così polveroso. che basta un attimo a definire indie, ché hanno lo spirito libero, ma anche questo non ci porta granché lontano. potrei fare dei nomi, per raccontarvi la manciata di canzoni. vecchio trucco, funziona sempre. ce ne vuole uno nuovo, in voga ma non troppo, un rimando preciso… cocorosie: due, voci incrociate, passo sghembo, cuore melodico. oppure beirut: malinconia e tradizione vagabonda. ce ne vuole uno classico, immortale, che dia spessore al tutto… simon & garfunkel: che d’accordo erano uomini, di moda quanto le mutande sopra i pantaloni, non proprio il massimo dello stile. ma vuoi mettere le melodie, e l’intesa, e, ancora, le voci che si inseguono. e poi infine ce ne vuole uno oscuro, magari inventato magari no, da cercare su google se proprio la curiosità morde… sheilagh mcdonald. di lei non possiamo dire nulla, magari manco esiste. le mange-tout non approverebbero, ovviamente, i paragoni sonici che avete appena letto. a occhio vorrebbero qualcosa di più defilato e sotterraneo. qualcosa di più indipendente, meno scontato. ma ancora una volta non è questo il punto. le mange-tout dal vivo si siedono (sedia o sgabello, poco importa) e cantano le loro canzoni. ora, una manciata le hanno pure incise. questo è l’unico vero punto. le probabilità di incontrarle, vista la situazione, sono cresciute enormemente. incontrarle e rimanere amici, con le canzoni mange-tout, è un attimo. ve ne accorgerete. a presto, dunque. vostro. mr. who