01. intro
02. and talk silently
03. could the english rain wash it away?
04. paul leni (deep mix)
05. the undertaker’ tombstone
06. declaration of a permanente absence of will
°M°018 – 01/2007
Reviews
chain d.l.k.
andrea ferraris
3/5
31/01/07
i imagine many of you never heard the name marsiglia records but while producing mainly debut cdr for new bands, the label should have developed a sort of magic touch since it looks like most of the bands they put out sooner or later make it on bigger labels. just to prove these guys can smell it when it’s good: here we have a promising electronic combo coming out of nowhere. hailing from genova, japanese gum are totally into the idm/electronic-pop scene and you can hear it strongly underlined in the five tracks of this ep. this debut release is still a bit rough like it was the pre-mastered version of a cd and also still to be focussed (above all for the sound of some loops or for some vocal solutions) but they definitely know how to write that king of songs/tracks. it’s true, they write songs much more than tracks, that’s why they end to be really poppy sometimes, above all if compared to the glorious idm hey-days or even to the average electronic release, but it doesn’t depend exclusively form the vocals. “melodic, melancholic and british”…no, that’s not the next definition for radiohead (another good name to enclose in the list of influences together with sigur ros and mum), it’s just a short definition that fits really well with this mcd. port royal made it on resonant after a cdr like this…will they have the same luck? keep your eyes and ears open.
frequencies
http://www.frequencies.it/
federico spadavecchia
15/03/07
quando in una città di mare come genova si mette a nevicare è sempre visto un come un avvenimeto speciale, un particolare fenomeno capace di attirare su di sè l’attenzione di tutti. capirete che vedere le banchine del porto lentamente imbiancarsi così come le ciminiere dei traghetti attraccati non è proprio cosa di tutti i giorni, e quindi potete ben immagnare come a tutti gli abitanti, sia grandi che piccini, piaccia restare col naso incollato alla finestra a godersi lo spettacolo senza preoccuparsi di nient’altro. per una volta la città si trova come addormentata in un bel sogno, con la neve che attutisce il rumore del traffico e ferma lo stress del lavoro, facendoci dono del bene più prezioso della nostra epoca: tempo da dedicare a noi stessi. ecco che in cornice di questo genere l’unica colonna sonora possibile è la musica del trio, ora duo, japanese gum: elettronica intimista di matrice idm (intelligent dance music ndr) che non sfigurerebbe affatto di fianco ai boards of canada in un catologo come quello della warp records di aphex twin. il loro ultimo lavoro, uscito sulla ben nota label indierock genovese marsiglia, è il “talking silently” ep che dovrebbe anticipare l’imminenente uscita dell’album dal titolo provvisorio “molotov is easy” sempre su marsiglia rec. l’extended playin’ in questione è formato da sei tracce gelide e malinconiche tutte volte a destare l’anima dell’ascoltatore intorpidita dalla routine quotidiana. si dice che la musica elettronica generalmente miri alle gambe o al cervello del pubblico, beh in questo caso il bersaglio è il cuore che durante l’ascolto è come se venisse attraversato da una stallattite di ghiaccio. già m’immagino questo disco nelle borse di quei dj’s più attenti alle emozioni della propria pista, pronti a suonare il loro remix di “paul leni” dei port royal per aprire i loro set prog house stile nik warren nella sua celeberrima gu 24 “live in rekjiavik”, oppure servirsi di “declaration of a permanente absence of will” come ninna nanna diurna a fine set con la luce del sole che inizia a illuminare il dancefloor e il sudore che si raffredda sulla pelle dei ballerini invocanti un ultimo sogno. questi ragazzi hanno talento da vendere e non mi stupirei affatto se tra un pò li vedessimo su palchi d’importanza internazionale. segnalo infine che il disco è scaricabile gratuitamente sul sito www.marsigliarecords.it
velvet goldmine
http://velvetgoldmine.iobloggo.com/
hank
19/03/07
a genova, dopo il fantastico disco dei port royal, si sono aperte le danze a gruppi che vogliono seguire la loro scia. i japanese gum è uno dei migliori esempi, un progetto casalingo che si ispira, oltre ai già citati (in “talking.silently ep” c’è la cover di “paul leni”), ai four tet, mum e boards of canada. un disco lento e che si lascia apprezzare piano piano, dopo diversi ascolti, lasciando decantare le sei canzoni dell’ep in questione; ovviamente si potrebbe perfezionare con trovate ancora più personali. sono curiosissimo di ascoltare il loro primo disco di debutto, che è tuttora in preparazione.
freak-out
http://www.freakout-online.com
vittorio lanutti
26/03/07
quella dei japanese gum, ex trio, diventato recentemente un duo, è un approccio ad un’elettronica minimale, spesso spezzettata e screziata. la lentezza sembra la parola d’ordine di queste sei tracce che risentono molto degli ascolti di boards of canada, four tet, mum e gli ultimi mouse on mars. i japanese gum sono nati come progetto casalingo e l’home made è molto evidente infatti, data la semplicità dei suoni, per un orecchio non allenato, alla lunga stancano.
rocklab
http://www.rocklab.it
daniele guasco
26/03/07
nelle luci basse dell’inverno genovese spunta luminoso questo disco dei japanese gum. la città ligure si rivela prolifica di gruppi capaci di stupire e conquistare con l’elettronica più raffinata e sognante, infatti questo duo (fino a poco tempo fa trio) va a unirsi ai port-royal – dei quali è presente uno splendido remix di “paul leni” nell’album.
questo ‘talking silently’ porta l’ascoltatore a immergersi completamente nel mare placido delle sue note, tra trascinanti correnti ritmiche e il fresco abbraccio delle sonorità che questo gruppo crea con le sue tastiere, tanto che arrivati alla fine del cd sembrano davvero poche queste sei tracce.
tra echi di boards of canada e languide composizioni questo ep risulta totalmente affascinante nella sua semplicità che arriva però a una matura perfezione nella ricerca dei suoni e nella capacità di catturare l’attenzione dell’ascoltatore.
un disco da non perdere, riesce ad essere già indicativo del talento di questo gruppo e permette di ascoltare sei canzoni di splendida elettronica.
komakino
http://www.inkoma.com
paolo miceli
un bagno di placenta e lentezze, i japanese gum sono dei bradipo dell’electro minimale, quello da frammentazioni laptop music miste a fredde passeggiate oniriche (in questo caso a genova..), con rari arpeggi gentili di chitarra elettrica e rumoristica come sezione a-ritmica in sequencing, mentre delle keyboard montano arie spirituali, e il cantato è un pacato inno al cielo. insomma, non esattamente musica da party, direi piuttosto da intelligent dance music (-› wiki), per quanto ‘dance’ sia un termine azzardato. spettrali, ricercati nei sample glaciali, godibili per concentrarsi, ma non ancora memorabili, per quanto i japanese gum spicchino il volo con the undertaker tombstone e and talk silently.
music club
http://www.musicclub.it
ian della casa
05/04/07
chiudiamo questo ampio spazio dedicato alla benemerita marsiglia records con l’ennesima band proveniente dal capoluogo ligure. talking silently, questo il titolo dell’ep, è il frutto di un progetto “casalingo” tutto improntato sull’idea di lasciare ai tre componenti dei japanese gum (questo il loro nome) la possibilità di lavorare separatamente per poi provare insieme i risultati ottenuti separatamente solo poche volte al mese. prendendo le mosse senza falsa ipocrisia dai lavori degli artisti che li hanno influenzati maggiormente (mum, boards of canada e mouse on mars su tutti) i japanese gum sono riusciti a costruirsi pian piano un’ armatura di suono carica di maggiore personalità. spicca fra le sei tracce dell’ep il remix di paul leni dei ben più noti concittadini port-royal, ma anche episodi come talk silently e l’ancor più interessante declaration of a permanent absence of will ci sembrano felici tentativi in un primo ep che ci segnala i japanese gum come un progetto da tenere sotto osservazione. nell’attesa di ascoltare il loro primo lp che forse si intitolerà “molotov is easy” noi vi rimandiamo al sito di marsiglia records (www.marsigliarecords.it) per scaricare e decidere da soli se vale o meno la pena di segure le vicissitudini di questa giovane band che forse ancora non impressiona particolarmente per l’originalità di tutte le sue composizioni, ma che di certo già si dimostra sulla buona strada per dare vita ad un primo interessante lavoro.
music club
http://www.musicclub.it
massimo ronchini
05/04/07
ecco il classico caso della coincidenza fortunata. questo pacco arriva proprio oggi che mi andava di ascoltare qualcosa di simile. proprio quando si è talmente stanchi dopo dieci ore di lavoro ininterrotto e appena seduti nel comodo divano di casa ti capita la cosa più infausta e nefasta del globo terrestre. accendere la tv e beccarti gli zero assoluto che ti sparano il nuovo singolone straccia sacche dalla romantica location sanremese. evito il vomito e spengo tutto. mi riprendo proprio grazie a questo talking silently ep. dentro ci sono timide atmosfere che si nascondono tra nuvole psichedeliche e sussurri che assumono forme elettroniche delicate quanto sibilline. partorito dal duo genovese japanese gum, questo lavoretto spazia attraverso diversi universi musicali, dalla faccia più ombrosa della intelligent dance music alla elettronica più dilatata in pieno stile mum. è un dischetto di esordio che lascia sperare bene, davvero.
boring machines disturbs sleep
http://boringmachines.blogspot.com/
michael henaghan
10/04/07
marsiglia records unleashed port-royal upon an unsuspecting music scene a few years back and it seems they are up to their old tricks again. japanese gum are another genoa based band and one that has all the right ingredients to follow in port-royal’s footsteps. mixing crystal clear beat programming with syrupy vocals and glazed melodies, this duo’s “talking silently” ep is a captivating listen from start to finish. they elegently meld shoegazer structures with cutting edge beats a style that is most evident on the excellent “..and talk silently”.
“could the english rain wash it away”, meanwhile, deals with the current political climate in northern ireland. it’s rare for music, that is primarly electronic, to strike such a chord. but admist the chiming melody and crisp processed percussion, japanese gum certainly get their point of view across using a filtered sample of a television news report. the fact that the best track here is actually a remix of port-royal’s “speznaz paul leni” shouldn’t detract from the overall quality of this ep. featuring whiplashed beats and static hisses over the original port-royal music, japanese gum have turned this track on its head and made it completely their own.
it’s an impressive release, clocking in at just under 25 minutes and spread over 6 tracks, from the italian duo (until recently they were a three piece outfit). although not a million miles away from port-royal’s epic sound, japanese gum certainly show enough originality. after the marsiglia ep, port-royal went on to create the sprawling “flares”. my money is on japanese gum doing something similar, keep your eyes peeled for this lot!.
rating = 83%
se mi scrivi
http://semiscrivi.wordpress.com
theorius
04/04/07
2 words of wisdom, 3 ground control, 4 deep remix portroyale, 6 “declaration of a permanent absence of will”: vistato, siamo alienati incorreggibili.
ultrasonica
http://www.ultrasonica.it
freaknrg
04/05/07
niente di nuovo sul fronte occidentale. già cominciare così può voler dire molto e nulla. insomma sinceramente non c’è molto da dire su questo e.p. della marsiglia record. un bel dischetto di ambient – glitch che però nulla toglie e nulla aggiunge ai clichè del genere. interamente strumentale tranne nella traccia numero due dove fa capolino la voce, talking silently risulta essere ben architettato da paolo tortora e davide cedolin che raggiungono uno standard di buon livello, ma non soddisfano a pieno, in quanto il tutto risulta un po’ appiattito su soluzioni che non fanno certo gridare al miracolo. c’è un attitudine di fondo buona che però va migliorata. dovrebbe succedere un qualcosa, che non arriva, per stupire. considerato che gioca molto sul creare atmosfere pacate e rilassanti, è questo un lavoro che usato da sottofondo crea un contorno che ben si adatta a sonorizzazioni per ambienti vari. o forse potrebbe andar meglio se suonato insieme ad immagini. insomma potenzialità da colonna sonora. vista la loro preparazione però sono convinto che in futuro potranno fare di meglio.
rockambula
floriano liguoro
07/05/07
3.5/5
tra i nostri lettori abituali ci sarà sicuramente qualcuno convinto che il post rock sia un genere che non tira. beh, ormai dovranno ricredersi visto che la genovese marsiglia records non fa che proporre quel genere sfornando ottimi dischi. questa volta ci troviamo davanti ad una band che fonde drum machine e campioni eterei con qualche chitarrina ipnotica qua e là. è come se i mogway suonassero gli ultimi massive attak insieme al chitarrista degli archive. l’e.p. contiene brani molto ben congegnati ed ha il pregio di farsi ascoltare anche dalle orecchie meno abituate a questo tipo di suono. tra tutta le tracce quelle che spiccano di più sono “and talk silently” e “the ubdertaker tombstone”.
ondefixe
http://www.ondefixe.net/
benoît richard
24/04/07
8.0/10.0
la formation italienne basée à gênes, japanese gum, propose un premier ep sur le netlabel italien marsiglia records, l’occasion de découvrir un mélange de post-rock et d’electronica dans la lignée de mum, boards of canada, berg sans nipple ou encore de choses entendue sur anticon. on découvre donc ici un ep composé de 6 titres très doux, très tranquilles, qui font la part belle aux ambiances profondes et aériennes avec un mélange équilibré de beats légers, de samples, de parties de guitares et de voix. ce premier ep fait suite à une démo parue en 2005 et à de nombreux concerts donnés en italie ces dernières années. une très belle sortie, à saluer et qui laisse augurer un album que l’on aime déjà.
the black and white mag
http://www.theblackandwhitemag.com
25/04/07
8.6/10.0
in the glitch/post-rock tradition of angle, hood, and lebenswelt, these foreign post/ambient idmers have crafted an ethereal and compelling ep. japanese gum combines high amounts of filtered, glitchy beats, atmospheric drones, odd samples, and spastic undertones of melody. complete with a trippy port-royal remix (“paul leni”), this trio seems to toy with perfection throughout the duration of these 6 tracks. while being highly experiemental and complex, there is an undercurrent of simplistic breathing room that makes talking silently work as avant-garde and electronic based odd-pop. this ep is a worderful introduction for japanese gum, and if the music continues to progress in this fashion, i would consider this band to be the artier version of aphex twin, or the rare compliment to kid a/amnesiac. artwork is very sigur ros-esque…
rockit
http://www.rockit.it
francesco cremonese
07/05/07
prima scelta
le emozioni possono combinarne davvero delle belle. le percezioni ancora peggio. e quando si incontrano è pericoloso, e risolutivo. si capisce qualcosa di importantissimo, con semplicità, all’improvviso. qualcosa a cui non si darà mai un nome, cercando di dargliene mille. qualcosa che ti trasporterà fuori dall’autobus nel quale sei seduto, esattamente e finalmente nel punto in cui ti trovi. adesso. lo sai che sei, che puoi andare ovunque, e che non durerà a lungo; che devi farlo, che poi succederà lo stesso. e dimenticherai tutto. in circonvallazione, sulla 90, a milano, di notte, cuffie, più ipod in mano. scendo. è già finito? si. e ho già dimenticato tutto. e devo andare. devo fare. ho fretta. ancora. vado. poi. no. daccapo. japanese gum. “talking silently”. un’altra volta. ora. replay. “intro” nel mundo mio electronico “and talk silently”, tra melodie che azzerano il peso di tutto ciò che pesa, e una voce celeste, calma e familiare che racconta quello che volevo, come volevo. suoni urbani, noise, glitch, ispiratissimi, con la tranquillità di aphex twin quando è tranquillo. fitto di sensazioni warp, con la malinconia di chi ha appena vissuto e ne vuole ancora, ma. fumo di londra. “could the english rain wash it away?” e chi lo sa… è buio pesto, ma non è inverno, e si sente. sta finendo. stanno sbocciando dal freddo della terra, da sottoterra verso su. eravamo così anche noi. e lo siamo. ce lo sussurra sottovoce questo ep dei japanese gum, un gioiellino segreto scaricabile liberamente (creative commons) e griffato marsiglia records, che contiene anche uno splendido remix dei port-royal: “paul leni (deep mix)”. trasporta subito. non si rimane legati alla musica, al ritmo, al caos preciso e sintetico che ci accoglie. si va oltre. naturalmente. ma non ovunque, proprio lì. e qui. in “the undertaker tombstone”, dove sta scolpito il suono dell’inevitabile di chi non ha nulla da evitare, e non ha paura delle ombre; di chi ci ha già avuto a che fare troppe volte, e non ha più niente da temere. “talking silently” è emozionante. idm che sperimenta il coraggio di una “declaration of a permanent absence of will”, con la leggerezza delicata di una fata del bosco e l’oscuro peso meccanico della consapevolezza industriale e tecnologica, che ci circonda d’acciaio grigio e silicio. senza parole. che non scorderò.
ondalternativa.it
alessandra
19/05/07
2,5/5
japanese gum è nato come progetto “casalingo” per dare la possibilità ai suoi componenti paolo, davide e gigi di lavorare anche separatamente, con qualche prova mensile. influenze iniziali derivanti dai vari mood di elettronica come boards of canada, mum e mouse on mars non sono andate perse lungo il tragitto, anche se attualmente è percepibile nei ragazzi la ricerca di suoni maggiormente contaminati. attendendo il disco di debutto dal simpatico titolo, (non ancora definitivo) “molotov is easy”, il duo (gigi ha abbandonato la band subito dopo aver registrato questo demo) ci propone quest’antipasto. si inizia con un intro rilassata della breve durata di 49 secondi, che passa il testimone alla successiva “and talk silently”, dai suoni semplici e con un impercettibile soffio di voce come sottofondo musicale a rendere davvero poetica l’atmosfera. “could the english rain wash it away?” è fin troppo minimale, ripetitiva e finisce per stancare, nota negative che vale anche per le altre tracce. ma nel complesso le idee non sono da scartare e, nonostante il lavoro possa a tratti apparire piatto, le intuizioni sono buone. la strada da fare è tanta e non si può non metterlo agli atti ma, di contro, va detto che con un po’ di esperienza e di lavoro è possibile auspicarsi ottimi risultati.
audiodrome
http://www.audiodrome.it
fabrizio garau
21/05/07
4/5
se qualche assurdo patriota della musica cerca un buon disco italiano, deve solo fare un salto a genova. si tratta di un fenomeno geografico che sarà certo studiato da qualcuno ansioso di utilizzare per primo locuzioni tipo “il sound di genova”, “la scena di genova” oppure “il post/neo-qualcosa genovese”. al momento è onesto parlare di vitalità, visto che senza sforzare la memoria si possono scrivere in ordine sparso nomi come port-royal (qui remixati), vanessa van basten, cut of mica, ianva, la green fog records, la marsiglia records, che – tra le altre uscite – propone questo ep di sei tracce. i japanese gum pensano i propri pezzi con pochi semplici loop, campionamenti ed effetti, poi, quando il carillon elettronico è finito, lo caricano e lo fanno partire lasciandolo galleggiare su drone e su scarne melodie (quasi sempre) di synth. ritmiche rilassate e languide danno vita a qualcosa di positivamente ingenuo, sempre fragile, inerme e illuminato da una luce fredda. ambient? idm? boards of canada? múm? reminiscenze sigur ros? non una sola diretta influenza, ma un insieme di affinità elettive e di richiami che fanno parte di un progetto dall’intento chiarissimo: trasmettere malinconia. nulla da eccepire.