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“Va bene, gli Ut sono amici (conosco Richi dai tempi dei Cut of Mica e cioè da quasi 15 anni) e, come se non bastasse, per questo loro debutto discografico escono su Taxi Driver Records, la casa discografica di Maso e Sara (che fino a pochi giorni fa era pure un super negozio di dischi) e su Marsiglia, la label del buon Matteo Casari. Insomma: ci sono tutti gli elementi per il più classico dei conflitti d’interessi e quindi avreste molte buone ragioni per dubitare della correttezza del mio giudizio. Detto ciò: credetemi sulla parola se vi dico che questo “δ γ ε β” è uno dei dischi italiani più belli dell’anno. Perché al di là delle implicazioni affettive appena confessate, i sette pezzi di questo cd stampato in edizione limitata – 100 copie numerate e una confezione curatissima con una splendida illustrazione di Cristiano Baricelli – sono una vera bomba. Un assalto sonico e ruvido, che è la sintesi perfetta fra noise e rock’n’roll ipnotico. Ci sono molte reminiscenze Anni Novanta lungo le tracce dell’album, certo, ma il suono degli Ut è talmente urgente e vorticoso che limitarsi a questo piccolo dettaglio sarebbe davvero ingiusto. Perché è chiaro che i ragazzi della band genovese abbiano ascoltato tonnellate di post-hc, math-rock, grunge e vadano pazzi per Shellac, Sonic Youth e Big Black, ma allo stesso tempo la furia genuina di pezzi come “Panda love” (con le sue piccole aperture melodiche dietro un impetuoso muro di suono) e la psichedelia marziale di “Dawn Wall” sono una sacrosanta boccata d’aria fresca. Pochi pezzi e tante idee, insomma, per un disco unico e perfetto che con il suo carico di disperazione tagliente e metallica saprà rovinarvi a dovere l’estate in arrivo.” Disco Club / Genovaquotidiana – Diego Curcio

“The Italian Stallion himself, Trento, Italy SGM Bureau Chief Aaron Giazzon comes through with another banger form the Old Country. UT hail from Genoa, but, as noted the last time we posted them, you would be excused if you assumed they originated in the American Midwest. They bare many of the Rust Belt (and adjacent) hallmarks of a band in proximity to Shellac, Slint, Big’N, Rodan, Bitch Magnet, and Janitor Joe. But, again, we covered this the last time around. So what’s different on this new record? Glad you asked. Essentially it’s just “better”. The first one was really good, as it mined the rich vein of push-and-pull noise rock, with an undercurrent of melody to keep it from falling in on itself. And this time around, they do the same, only…better. The ugly parts are uglier, the driving parts are driving harder, and when they catch their breathe, those parts are more “Slint-y”. Which is a good way to catch your breath. Delta Gamma Epsilon Beta also manages to weave in some indie rock passages, and the occasional big alternative rock hook. Which, hey, who’s complaining? Those are all fun things to listen to, so why not work it all in together, like a well crafted sandwich? I’ve been really enjoying this record a lot. I think you’ll like it too.” Shiny Grey Monotone