“K” nasce dal cuore dell’alfabeto latino e dal segno di una lettera che rappresentava per gli antichi fenici il simbolo della mano tesa, così come nella più celebre Trilogia della città di K. di Agota Kristof, anche in questa nuova raccolta è fortissimo il senso di alterità e di sdoppiamento, riferimenti più o meno espliciti alle allucinazioni e le dissociazioni.
K è vertigine, dilatazione del tempo e dello spazio; dicotomica asfissia tra follia e razionalità, nervosismo e pace. Dissociazioni sonore in bilico tra frenesia ed obliante ipnotismo, flussi d’elettricità e mura di granitico rumore che sintetizzano, attraverso una vena onnivora e destrutturante, tutta l’esperienza accumulata fino ad oggi. Diretto e lancinante.
Il disco è stato registrato alle Officine Bahnhof di Montagnana sul finire del 2012 dai Menrovescio, mixato da Mattia Bonafini (Nicker Hill Orchestra) e masterizzato da Matteo Biasiolo al Dirty Sound Studio di Federico Grella (Angiari, Verona, Italia – Febbraio 2013).